lunedì 30 maggio 2011

Sallusti e baci da Mullahno

Dopo l'exploit sul Giornale di famiglia, il Corriere della Sera coglie la palla al balzo e consacra Mullahno al terzo posto della Top 5 dei divertissement della rete sulle elezioni milanesi "tutte da ridere" (sic!). Almeno in via Solferino l'han capita. Tutto il resto è Sucate.

giovedì 26 maggio 2011

Mullahno odia

Dettaglio dell'articolo de Il Giornale del 25 maggio 2001


Articolo da La Privata Repubblica

Ultimamente deve tirare davvero una brutta aria nella redazione de Il Giornale. Paranoia a livelli ultra-nixoniani. Cocenti sconfitte elettorali in corso d’opera. Orologi dell'apocalisse appesi ai muri e impostati a cinque minuti a mezzanotte. Manuali di guerrilla-marketing pessimamente digeriti. Il direttore Sallusti che, in odore di trombatura, incomincia a spargere veleni sui suoi e mandare affanculo tutti quanti, ritirandosi a vita privata con la più-che-amica Santanchè per ricamare a punto e croce uncinata deliziosi maglioni hitlerjugendiani per la fertile prole. Cani e gatti che vivono insieme. In poche parole, una giornata tipo nell’Uganda degli anni ’70 e nella testa di Giovanardi, solo senza negri. E così, colti dalla sindrome dell’accerchiamento e piegati dalle logiche della finanza islamica, l’imperativo kantiano dei malcapitati redattori del quotiano di via Negri è quello di passare giornate intere ad inventarsi aggressioni a vecchie infartuate in crisi di nervi e di compulsare disperatamente siti e social network per trovare le prove del coinvolgimento dei mujāhidīn afghani nella vittoria al primo turno di Pisapia. In un clima simile, è quasi scontato che a pagina 4 dell’edizione odierna i fidi segugi del Giornale infilino lo scoop: QUALCUNO HA FATTO UN’INQUIETANTE RIVISITAZIONE MUSULMANA DEL SIMBOLO DEL COMUNE DI MILANO(1).

Peccato che lo stemma in questione sia stato realizzato da Marco Tonus, illustratore e vignettista, con l’intento di prendere per il culo la ridicola deriva islamofoba che ha assunto questa campagna elettorale. Ma basta togliere la firma dell’autore, schiaffare l’immagine a pagina 4 (senza ovviamente chiedere il permesso a nessuno, ché, signora mia, al tempo dell’internet il diritto d’autore non esiste più), affiancarla alla foto del figlio di uno dei fondatori dell’Ucoii intento a “danneggiare” un manifesto elettorale di un candidato Pdl, et voilà, ecco servita la disinformatija a glorioso beneficio di pensionati e comparse Mediaset convinti che, in caso di vittoria del centrosinistra, Milano diventi la succursale europea delle aree tribali del Pakistan.

Cialtroneria, malafede, incompetenza, inettitudine, servilismo? Ormai è diventato del tutto inutile cercare di trovare una spiegazione a queste cose: sarebbe come inchiodare della gelatina su un muro. E, si sa, con la gelatina si possono anche fabbricare gli esplosivi.


(1) Scoperto, dicono loro, tramite il profilo Facebook di Davide Piccardo, prontamente bollato come “ultrà islamico”, “musulmano fondamentalista”, “ultrà anti Cav” e, soprattutto, “astro nascente dell’impero di Nichi Vendola nel Nord Italia”.

lunedì 23 maggio 2011

sabato 21 maggio 2011

giovedì 12 maggio 2011